POLAROID
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IL DISCO
L’album – presentato con questa prima release in demo version – presenta una sezione ritmica fortemente rock fondata su un impianto melodico aggressivo e giovanile che gli conferisce una particolare freschezza. Forti e ben definiti sono i suoni della batteria e della chitarra, che accompagnano una voce molto viva e particolare. Ogni brano racchiude un significato e una storia diversa. In Polaroid – primo singolo dato alle radio e l’unico rilasciato in distribuzione ufficiale su iTunes dall’etichetta Areasonica Records – il concetto espresso gira intorno alla società moderna, che ci toglie la libertà e la possibilità di scegliere, mentre noi non reagiamo e stiamo fermi come in un’istantanea, una polaroid appunto. Nella track Stalingrado prevale invece la rabbia giovanile dovuta alla difficoltà delle relazioni interpersonali, e la città che brucia diventa il simbolo di come vanno in fumo i rapporti problematici, quando addirittura arrivano a trasformarsi in odio. Pavimenti degli altri è forse la traccia più “giocosa” e con ironia racconta di un dopo-sbornia in cui può succedere di risvegliarsi sul pavimento di un appartamento sconosciuto… A chi non è mai capitato? Colline è una festa di paese, ed esplora a sua volta in modo molto personale la sensazione d’intimità che paradossalmente si può provare in mezzo a tanta gente sconosciuta. Ancienne Belgique è un viaggio e non è un caso che la meta prescelta sia il Belgio, con i suoi luoghi pervasi di una melanconica dolcezza in cui affogare i propri ricordi. Perché questo disco è così: un piccolo simbolo di una generazione un po’ disorientata, un po’ arrabbiata, un po’ malinconica… Ma non lo siamo stati un po’ tutti da ragazzi? “Siamo due suicidi all’ombra di un palazzo sul cornicione dell’ultimo piano. Sono gli effetti collaterali di un periodo che non ci accetta così come siamo.”
LA STORIA DE IL BRIGANTAGGIO
Fatta da giovanissimi e già balzata all’attenzione dell’industria discografica indipendente, la band Il Brigantaggio nasce a Bologna nel 2015 e subito inizia a lavorare sui brani scritti dal cantante e chitarrista Alessandro Michelini: testi graffianti che non lasciano nulla di non detto ma che al tempo stesso racchiudono significati più profondi e metafore interpretabili, sopra ad un sound frenetico e “con la pacca” – come si suol dire – quella che ai concerti ti fa muovere le gambe e sbattere la testa. E proprio nei live Il Brigantaggio comincia a raccogliere i primi importanti consensi di pubblico, mettendo insieme una crew di irriducibili che li segue in tutte le date, canta le loro canzoni e sbatte la testa, appunto. Il mood sonoro e di contenuti si muove fra l’alternative e l’indie rock di quello più “spinto”, ma l’intenzione stilistica di questi ragazzi non di rado sembra strizzare l’occhio al punk. La formazione si completa con Michele Carrabba alla batteria e Talisa Badiali al basso e proprio le influenze musicali dei due – in particolare il punk per Talisa, il progressive e il mondo metal per Michele – contribuiscono a creare una miscela molto originale incontrandosi con lo stile indie e un po’ “brit” del frontman Alessandro Michelini.
Nel 2016 Il Brigantaggio comincia a produrre il primo demo e a lavori già iniziati raccoglie l’attenzione della label Areasonica Records, che decide di “tastare il terreno” lasciandoli proseguire sulle loro gambe ma contribuisce a questa auto-produzione da dietro alle quinte con la propria consulenza artistica. Il risultato finale lascia l’etichetta molto soddisfatta, tanto che decide di intraprendere un’azione anomala per le proprie abitudini: lanciare il demo sul mercato come una sorta di biglietto da visita per presentare questi ragazzi di cui ha da subito individuato l’originale talento. Segue a ruota la firma dei contratti discografici, che sanciscono anche la produzione e l’uscita del primo vero album da studio per la fine del 2017. Nel frattempo il disco in demo version viene reso fruibile al pubblico su Bandcamp e il singolo Polaroid è l’unico brano dell’album in distribuzione ufficiale su iTunes. Il titolo del disco Talisa non c’è più è un omaggio e una strizzata d’occhio alla bassista Talisa Badiali, che decide di lasciare la band sul finire del 2016 per motivi personali ma la cui impronta è viva e presente nel suono granitico del basso che vigile e costante dà motore a tutti i brani.